La Moglie Ebrea, tratto dal Terrore e miseria nel terzo Reich, fu scritto da Brecht in esilio, lontano dal suo paese che stava precipitando nell’immane catastrofe della guerra. E l’unico testo in cui l’autore non usa la tecnica di «straniamento» dai personaggi, tipica del «Teatro Epico», ma una impronta di grande suggestione naturalistica e di interpretazione emotiva. Siamo in Germania verso la fine degli anni trenta, il secondo conflitto mondiale si prepara ad esplodere e la follia del nazismo sta già distruggendo l’esistenza di molte persone. In questo scenario drammatico, Judith, una donna di origine ebrea appartenente alla borghesia tedesca, prende la decisione, sofferta ed a lungo meditata, di trasferirsi ad Amsterdam per non essere d’intralcio alla carriera del marito, medico tedesco ed ariano. Lo spettacolo si divide in tre momenti: nel primo si assiste al doloroso monologo della donna che si prepara alla partenza e telefona a parenti ed amici; poi c’è il tentativo di spiegare prima a sé stessa davanti ad uno specchio i motivi di questa dolorosa scelta e alla fine l’incontro drammatico con il marito. Prima dell’opera ( che ha una durata di poco superiore ai trenta minuti) si assisterà ad un “Kabaret Entr’Act”. Prima parte Seconda Parte FORMAZIONE Opera lirica-teatrale tratta da Bertold Brecht La Moglie Ebrea
L’opera scritta da Nidi lavora sul testo brechtiano senza intaccarne la poetica linguistica. Sono state musicate le parole che Brecht ha scritto ( logicamente tradotte in italiano) che per ritmo e significato diventano ispirazione assoluta per la composizione musicale.
Come nelle altre opere scritte da Nidi ( vedi per esempio “Lagerblock”) anche questa viaggia toccando stili e strutture diverse, passando da tonalità ad atonalità sfiorando a volte la “ballade”, la canzone o la romanza, fino ad arrivare al melologo.
In scena solo questa donna, interpretata dall’attrice-cantante Francesca Tripaldi, insieme ad un ensemble di cinque musicisti.
Solo in ultimo si aggiungerà il marito per il dialogo finale.
Il cabaret era una forma di intrattenimento dal vivo, popolare nella società tedesca negli anni ‘1920. Spesso rappresentato nell’arte e nei film, il cabaret di Weimar è diventato noto per il suo colore, libertà e decadenza. Gli spettacoli di cabaret spesso contenevano idee o sfumature politiche.
Il cabaret probabilmente raggiunse il suo apice durante la cosiddetta ‘Età d’oro di Weimar’. Questo periodo tra il 1925 e il 1929 è diventato noto per la sua vita urbana vivace e vibrante e per la divulgazione di nuovi stili di musica e danza.
Come introduzione all’opera si vuole far rivivere quel clima, con le splendide canzoni di quel periodo che hanno sicuramente ispirato Max Reinhardt e soci per lo “Schall und Rauch”, che a Bertolt Brecht ispirò il soggetto de “L’Opera da tre soldi” e a Friedrich Hollaender la canzone “Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt”, resa celebre da Marlene Dietrich.
Proprio Marlene Dietrich, con Josephine Baker e Clair Waldoff, calcò i palcoscenici di quei cabaret usandoli come trampolino di lancio per una carriera internazionale.
Anche un grande musical americano, poi diventato un grande film, si occupò di quel momento storico.
Trattasi di Cabaret film con la regia di Bob Fosse con l’interpretazione magistrale di Liza Minelli.
Queste saranno le musiche che faranno da preludio all’opera.
Per significare ancor più in profondità l’assurdo svolgersi di quei tempi che hanno portato in pochissimi anni il popolo tedesco e tutta l’Europa a vivere quell’assurdo genocidio che portò il mondo ad inscenare un’altra terribile guerra.
Kabaret Entr’Act
Canzoni della repubblica di Weimar
Musiche di Hollaender, Weill, Kander-Ebb
La Moglie ebrea
Voce femminile: Francesca Tripaldi
Voce maschile: Carlo Sella
Clarinetto: Massimo Ferraguti
Trombone: Filippo Nidi
Corno: Tea Pagliarini
Percussioni: Sebastiano Nidi
Pianoforte: Alessandro Nidi
Musica di Alessandro Nidi